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Questa è la storia di Noè. Noè era un uomo giusto, integro tra i suoi contemporanei, e camminava con Dio! (Genesi 6, 9)
Questa è la storia della discendenza di Isacco, figlio di Abramo. Abramo aveva generato Isacco. (Genesi 25, 19)
Il primo uscì rossiccio, come un peloso mantello, e lo chiamarono Esaù. (Genesi 25, 25)
Subito dopo uscì suo fratello nell'atto di tenere con la mano il calcagno di Esaù, e lo si chiamò Giacobbe. Isacco aveva sessant'anni, alla loro nascita. (Genesi 25, 26)
I fanciulli crebbero. Esaù divenne un uomo assuefatto alla caccia, un uomo della steppa, mentre Giacobbe era un uomo tranquillo, che dimorava sotto le tende. (Genesi 25, 27)
Isacco prese ad amare Esaù, perché la cacciagione era di suo gusto, mentre Rebecca amava Giacobbe. (Genesi 25, 28)
Una volta che Giacobbe aveva fatto cuocere una minestra, arrivò Esaù dalla steppa tutto trafelato. (Genesi 25, 29)
Allora Esaù disse a Giacobbe: "Fammi trangugiare, per carità, un po' di questa minestra rossa, perché io sono sfinito!". Per questo fu chiamato il suo nome Edom. (Genesi 25, 30)
Di rimando Esaù: "Eccomi sul punto di morire, e a che cosa mi vale una primogenitura?". (Genesi 25, 32)
Giacobbe diede allora a Esaù pane e minestra di lenticchie. Quello mangiò, bevve, poi si levò andandosene. Tanto poco stimò Esaù la primogenitura! (Genesi 25, 34)
Quando Esaù ebbe quarant'anni, prese in moglie Giudit, figlia di Beeri l'hittita, e Basemat, figlia di Elon l'hittita. (Genesi 26, 34)
Quando Isacco era diventato vecchio e gli occhi gli si erano indeboliti in modo che non vedeva più, chiamò il figlio maggiore Esaù e gli disse: "Figlio mio!". Gli rispose: "Eccomi!". (Genesi 27, 1)