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"Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi, (Genesi 9, 9)
Renderò la tua discendenza come la polvere della terra: se uno può contare la polvere della terra, potrà contare anche i tuoi discendenti. (Genesi 13, 16)
Allora il Signore disse ad Abram: "Sappi che i tuoi discendenti saranno forestieri in una terra non loro; saranno fatti schiavi e saranno oppressi per quattrocento anni. (Genesi 15, 13)
Ebbene, giurami qui per Dio che tu non ingannerai né me né la mia prole né i miei discendenti: come io ho agito lealmente con te, così tu agirai con me e con la terra nella quale sei ospitato". (Genesi 21, 23)
Riprese: "Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!". (Genesi 32, 29)
Qui eresse un altare e lo chiamò "El, Dio d'Israele". (Genesi 33, 20)
Quando i figli di Giacobbe tornarono dalla campagna, sentito l'accaduto, ne furono addolorati e s'indignarono molto, perché quegli, coricandosi con la figlia di Giacobbe, aveva commesso un'infamia in Israele: così non si doveva fare! (Genesi 34, 7)
Dio gli disse: "Il tuo nome è Giacobbe. Ma non ti chiamerai più Giacobbe: Israele sarà il tuo nome". Così lo si chiamò Israele. (Genesi 35, 10)
Poi Israele partì e piantò la tenda al di là di Migdal-Eder. (Genesi 35, 21)
Mentre Israele abitava in quel territorio, Ruben andò a unirsi con Bila, concubina del padre, e Israele lo venne a sapere. I figli di Giacobbe furono dodici. (Genesi 35, 22)
Israele amava Giuseppe più di tutti i suoi figli, perché era il figlio avuto in vecchiaia, e gli aveva fatto una tunica con maniche lunghe. (Genesi 37, 3)
Israele disse a Giuseppe: "Sai che i tuoi fratelli sono al pascolo a Sichem? Vieni, ti voglio mandare da loro". Gli rispose: "Eccomi!". (Genesi 37, 13)